Cosa significa unico centro di interessi? (definizione)

Secondo l’art. 16, comma 12, del D.M. 180/2020 (c.d. decreto attuativo sulla Mediazione) Ai fini della corresponsione dell’indennità, quando più soggetti rappresentano un unico centro d’interessi si considerano come un’unica parte.

Questo significa che se 2 o più parti rappresentano un unico centro d’interessi dovranno sostenere le spese della Mediazione come se fossero un’unica parte (quindi divideranno le spese equamente).

Risulta quindi importante dare una definizione al concetto di unico centro di interessi. La soluzione però non è semplice perché non si trova né nel d.lgs. 28/2010 (legge sulla Mediazione Civile), né nel D.M. 180/2010 (decreto attuativo) né nel Codice di Procedura Civile.

La dottrina ha cercato di risolvere il problema dando un’interpretazione che potremmo così sintetizzare:

due o più parti rappresentano un unico centro di interessi quando – da un punto di vista astratto – non possono avere interessi giuridici in conflitto in una controversia avente il medesimo oggetto della procedura di Mediazione.

Cerchiamo quindi di approfondire i due concetti di assenza di conflitto di interesse e di astrattezza.

  • Assenza di conflitto di interesse: in una determinata controversia due soggetti hanno un interesse giuridico che non può essere scisso. Questo significa che in una ipotetica causa in Tribunale non possono trovarsi l’una contro l’altra.
  • Astrattezza: l’assenza di conflitto d’interessi deve sussistere da un punto di vista astratto. Questo significa che non conta il fatto che in una specifica controversia due parti siano assistite dal medesimo Avvocato perché, ad esempio, hanno un obiettivo comune oppure perché si trovano d’accordo sulla possibile soluzione. È necessario che – astrattamente – non possano avere interessi confliggenti.

Proviamo a fare un esempio:

  • Unico centro di interessi: in un condominio sorge controversia fra il Sig. Mario Rossi (1 parte istante), proprietario dell’appartamento al primo piano, contro la Sig.ra Francesca Bianchi, il Sig. Giovanni Verdi e il Sig. Claudio Celeste (3 controparti), comproprietari dell’appartamento al piano superiore. La controversia sorge per asseriti danni derivanti da un’infiltrazione d’acqua causata dalla rottura di una tubazione di pertinenza dell’appartamento del secondo piano (oggetto della controversia). In questo esempio l’interesse giuridico astratto dei Signori Bianchi, Verdi e Celeste non può confliggere: se andassero in tribunale vorrebbero tutti che venisse accertata la loro estraneità rispetto al danno causato oppure, qualora si dovesse riconoscere la loro responsabilità da un punto di vista giuridico, vorranno tutti ridurre al minimo l’importo da risarcire. In questo esempio i Signori Bianchi, Verdi e Celeste sono un unico centro di interessi e dovranno sostenere le spese come fossero un’unica parte.
  • Più centri di interessi: per rimanere in un contesto simile all’esempio precedente immaginiamo che dopo 2 anni sorga controversia fra la Sig.ra Bianchi (1 parte istante) contro il Sig. Verdi e il Sig. Celeste (2 controparti) ma questa volta l’oggetto della controversia è un’azione di divisione dell’immobile in comproprietà. In questo caso ciascuno dei soggetti rappresenta un centro di interesse distinto perché – da un punto di vista giuridico e astratto – ciascuno potrebbe vantare interessi e diritti in conflitto con gli altri (es. 1: uno dei comproprietari potrebbe avere interesse a rilevare le quote degli altri; es. 2: tutti vogliono vendere ma ciascuno attribuisce all’appartamento un valore differente; es. 3: uno dei tre potrebbe ritenere l’immobile divisibile e gli altri no; ecc. ecc.). In questo caso i 3 comproprietari rappresentano ciascuno un centro di interesse differente e dovranno sostenere tutti distintamente le spese della procedura di Mediazione.

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